venerdì 11 ottobre 2013

Cuore sano = cuore vegano



Oggi parliamo di due nuovi studi che evidenziano il legame tra il consumo di cibi animali e il rischio cardiovascolare.
Il primo studio condotto dai ricercatori della Cleveland Clinic’s Heart and Vascular Istitute che ha sottoposto a indagini cardiologiche un gruppo di 2595 pazienti, suddivisi in tre gruppi (onnivori, latto-ovo-vegetariani e vegani), e ne ha valutato i livelli di carnitina, di TMAO (trimethylamine-N-oxide) e il rischio cardiovascolare.
Questo studio ha evidenziato come nei soggetti che presentano più elevato livello di TMAO, livelli plasmatici più elevati di carnitina risultino associati con un maggior rischio di cardiopatia, infarto, ictus celebrale e morte.
La carnitina è una sostanza che si trova nel muscolo e interviene nell’utilizzo dell’energia da parte del muscolo stesso. Oltre ad essere presente nelle carni (=muscolo animale) è ampiamente utilizzata dagli sportivi come integratore e viene persino aggiunta ad alcune bevande “energizzanti”.
La TMAO è un prodotto che deriva dalla trasformazione della carnitina stessa ad opera dei batteri intestinali, e che potrebbe favorire l’aterosclerosi, cioè la comparsa di ispessimento e indurimento delle arterie. I livelli di TMAO sono quindi determinati dal tipo di flora batterica intestinale.
La flora intestinale degli onnivori, che assumono le maggiori quantità di carnitina, produce anche più elevate quantità di TMAO, e questa combinazione potrebbe essere responsabile di un maggiore rischio cardiovascolare. Per contro, la produzione di TMAO da parte della flora batterica intestinale dei vegetariani (latto-ovo e vegani) risulta essere molto più bassa.
cuore frutta e verduraLa carnitina è infatti virtualmente assente nelle diete vegetariane (sia latto-ovo che vegane), e i vegetariani che non utilizzino fonti artificiali di carnitina di fatto non la assumono con la dieta, cosicché essa non arriva all’intestino producendo metaboliti dannosi. L’organismo umano è in grado di produrre da solo la carnitina che gli serve, nella quantità adeguata, a partire anche da fonti vegetali, quindi essa non è una sostanza essenziale nell’alimentazione. Questo studio ha mostrato che non solo non è necessaria, ma anzi, maggiori sono le quantità assunte, maggiore è il rischio cardiovascolare.
Ecco quindi che, oltre al legame ormai ben accertato tra grassi animali (cioè grassi saturi e colesterolo) e malattie cardiovascolari, emerge la possibilità che altri composti contenuti nelle carni, come la carnitina e i suoi prodotti di trasformazione, aumentino il rischio di malattie legate all’aterosclerosi in chi mangia carne.
Un altro studio dimostra invece come un’altra sostanza contenuta nei cibi animali (compresi latticini e uova) aumenti il rischio cardiovascolare nell’uomo.
Questo studio, analogo a quello appena descritto, dimostra come oltre alla carnitina, abbia un analogo effetto anche la colina.
Se infatti la carnitina è presente solo nelle carni ma non nei cibi animali indiretti come latticini e uova, la colina invece è una sostanza presente in tutti i cibi animali, ed è in particolare molto abbondante nell’uovo.
In questo ultimo studio pubblicato il mese scorso sulla prestigiosa rivista scientifica New England Journal of Medicine, i ricercatori hanno esaminato 4007 soggetti e hanno evidenziato come coloro che presentavano i livelli plasmatici più elevati di TMAO presentavano un rischio di eventi cardiovascolari superiori di 2,5 volte rispetto ai soggetti che presentavano i livelli più bassi.
Una dieta vegana, basata su cereali, legumi, verdura, frutta fresca e frutta secca oleaginosa è quindi in grado di abbattere le assunzioni di colina, oltre che di carnitina, fornendo una protezione aggiuntiva nei confronti delle malattie cardiovascolari rispetto a quella già conferita dalla sua abbondanza di fibre, dalla ridotta presenza di grassi saturi e dall’assenza di colesterolo.

Fonte: scienzavegetariana
http://www.ioveg.it/2013/05/27/cuore-sano-cuore-vegano/

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