domenica 29 settembre 2013
sabato 28 settembre 2013
Acidosi nel sangue

SALUTE E' EQUILIBRIO. COME EVITARE L'ACIDOSI
L'eccesso di proteine, la sedentarietà, lo stress e il consumo eccessivo di farmaci portano a un accumulo di scorie metaboliche che vanno ad alterare il ph del nostro organismo. Il rimedio? Alcalinizzare il nostro regime dietetico
Negli ultimi decenni l’alimentazione nei paesi industrializzati è profondamente cambiata, arricchendosi esageratamente di proteine, in particolare animali, a scapito della frutta e verdura. Questo surplus proteico, oltre alla sedentarietà, allo stress e al consumo eccessivo di farmaci, specie di antinfiammatori, porta a un accumulo di scorie metaboliche che vanno ad alterare il sano equilibrio del nostro organismo. In pratica diventiamo acidi. Ma cosa significa? Per comprenderlo dobbiamo fare un passo indietro e parlare di una particolare scala di misura, il Ph, uno dei più importanti valori per il mantenimento di uno stato di salute ottimale.
L'eccesso di proteine può alterare il sano equilibrio del nostro
organismo. Arch. Gazz.
IL FATTORE DIMENTICATO DELLA NUTRIZIONE — Il nostro organismo per vivere ha bisogno di trasformare il cibo che mangiamo e l’aria che respiriamo in energia, ma questa conversione produce inevitabilmente tossine e sostanze nocive che, tuttavia, il corpo riesce di norma a eliminare attraverso la respirazione, le urine, le feci e il sudore. Ma può capitare, per i motivi che abbiamo riferito prima, che questa operazione di ‘pulizia’ non sia sufficiente ed ecco allora che il Ph del sangue, in condizioni di normalità leggermente alcalino, con un valore che varia tra 7.35 e 7.43, si abbassa e diviene acido. Le oscillazioni sono di solito molto contenute, anche perché questa perfetta macchina che è il corpo umano fa di tutto (anche se a discapito delle scorte alcaline di sodio, calcio e fosfati presenti soprattutto nelle ossa), affinché sia attivo in ogni momento lo stabile bilanciamento di acidità e alcalinità, unica condizione valida per garantire il corretto svolgersi di tutti i processi vitali.
L’IMPORTANZA DELL’EQUILIBRIO ACIDO-BASE — Quando i normali meccanismi fisiologici che presiedono alla regolazione del Ph non sono più sufficienti per riportare a un livello di alcalinità il sangue, insorge l’acidosi con le varie scorie metaboliche che da liquide vengono trasformate in solide, andando a parcheggiarsi in alcuni tessuti in attesa di essere smaltite. Una strategia che l’organismo utilizza per garantirci la sopravvivenza nell’immediato, infatti, il Ph immediatamente si innalza, ma che a lungo andare può creare grossi problemi. Il sangue diventa più viscoso e la sua circolazione si rallenta a tal punto da non riuscire più a fornire sufficiente ossigeno e sostanze nutritive agli organi. Le conseguenze di una simile situazione vanno dall’alterazione del sistema immunitario, a uno stato infiammatorio degenerativo e cronico, dall’invecchiamento precoce all’osteoporosi. Ma si può arrivare anche al coma e alla morte se non si aiuta l’organismo dall’esterno, innalzando il livello alcalino e ristabilendo l’equilibrio. Come? Principalmente ingerendo liquidi, ma attenzione, l’unica bevanda non acida è l’acqua (il latte ha un Ph 6.5, la birra 4.0-5.0, l’aranciata 3.5, la coca cola 2.5, il vino 2.3-3., e poi alcalinizzando il nostro regime dietetico.
PREVENIAMO E CURIAMO COSÌ L’ACIDOSI — Dovremmo organizzare la nostra dieta in modo tale che gli alimenti alcalinizzanti siano presenti nel nostro consumo giornaliero in una quantità non inferiore al 70%. Purtroppo, mentre gli alimenti acidificanti sono moltissimi, quelli che rilasciano sostanze basiche sono davvero pochi. In pratica, solo tutta la frutta fresca ed essiccata e la verdura. Gli acidi più complicati da espellere sono quelli che ci provengono dalla combustione delle proteine di derivazione animale, ma contribuiscono ad abbassare il nostro Ph anche le proteine di origine vegetale, con un’unica eccezione, l’olio extravergine di oliva spremuto a freddo. Tra i cereali l’unico alimento alcalinizzante è il miglio. Fondamentale per contrastare l’acidosi anche l’apporto di bicarbonati e citrati di calcio, ferro, magnesio, potassio e sodio, mentre sono da evitare il cloro, il fosforo e lo zolfo.
COME SCOPRIRE L’ACIDOSI — E’ sufficiente eseguire l’apposito test che valuta il Ph nelle urine attraverso delle apposite cartine disponibili nelle farmacie. Dal punto di vista sintomatico, quando l’organismo accumula scorie acide in eccesso che non riesce più a eliminare tramite i suoi meccanismi fisiologici e d’emergenza (il tessuto osseo che rilascia bicarbonati) si può andare incontro a iperventilazione, nausea, vomito, diarrea. Se la percentuale è invece bassa può essere del tutto asintomatica.
FONTE: http://www.gazzetta.it/ Fitness/11-12-2012/ salute-equilibrio-come-evit are-acidosi-913467831488.s html
L'eccesso di proteine, la sedentarietà, lo stress e il consumo eccessivo di farmaci portano a un accumulo di scorie metaboliche che vanno ad alterare il ph del nostro organismo. Il rimedio? Alcalinizzare il nostro regime dietetico
Negli ultimi decenni l’alimentazione nei paesi industrializzati è profondamente cambiata, arricchendosi esageratamente di proteine, in particolare animali, a scapito della frutta e verdura. Questo surplus proteico, oltre alla sedentarietà, allo stress e al consumo eccessivo di farmaci, specie di antinfiammatori, porta a un accumulo di scorie metaboliche che vanno ad alterare il sano equilibrio del nostro organismo. In pratica diventiamo acidi. Ma cosa significa? Per comprenderlo dobbiamo fare un passo indietro e parlare di una particolare scala di misura, il Ph, uno dei più importanti valori per il mantenimento di uno stato di salute ottimale.
L'eccesso di proteine può alterare il sano equilibrio del nostro
organismo. Arch. Gazz.
IL FATTORE DIMENTICATO DELLA NUTRIZIONE — Il nostro organismo per vivere ha bisogno di trasformare il cibo che mangiamo e l’aria che respiriamo in energia, ma questa conversione produce inevitabilmente tossine e sostanze nocive che, tuttavia, il corpo riesce di norma a eliminare attraverso la respirazione, le urine, le feci e il sudore. Ma può capitare, per i motivi che abbiamo riferito prima, che questa operazione di ‘pulizia’ non sia sufficiente ed ecco allora che il Ph del sangue, in condizioni di normalità leggermente alcalino, con un valore che varia tra 7.35 e 7.43, si abbassa e diviene acido. Le oscillazioni sono di solito molto contenute, anche perché questa perfetta macchina che è il corpo umano fa di tutto (anche se a discapito delle scorte alcaline di sodio, calcio e fosfati presenti soprattutto nelle ossa), affinché sia attivo in ogni momento lo stabile bilanciamento di acidità e alcalinità, unica condizione valida per garantire il corretto svolgersi di tutti i processi vitali.
L’IMPORTANZA DELL’EQUILIBRIO ACIDO-BASE — Quando i normali meccanismi fisiologici che presiedono alla regolazione del Ph non sono più sufficienti per riportare a un livello di alcalinità il sangue, insorge l’acidosi con le varie scorie metaboliche che da liquide vengono trasformate in solide, andando a parcheggiarsi in alcuni tessuti in attesa di essere smaltite. Una strategia che l’organismo utilizza per garantirci la sopravvivenza nell’immediato, infatti, il Ph immediatamente si innalza, ma che a lungo andare può creare grossi problemi. Il sangue diventa più viscoso e la sua circolazione si rallenta a tal punto da non riuscire più a fornire sufficiente ossigeno e sostanze nutritive agli organi. Le conseguenze di una simile situazione vanno dall’alterazione del sistema immunitario, a uno stato infiammatorio degenerativo e cronico, dall’invecchiamento precoce all’osteoporosi. Ma si può arrivare anche al coma e alla morte se non si aiuta l’organismo dall’esterno, innalzando il livello alcalino e ristabilendo l’equilibrio. Come? Principalmente ingerendo liquidi, ma attenzione, l’unica bevanda non acida è l’acqua (il latte ha un Ph 6.5, la birra 4.0-5.0, l’aranciata 3.5, la coca cola 2.5, il vino 2.3-3., e poi alcalinizzando il nostro regime dietetico.
PREVENIAMO E CURIAMO COSÌ L’ACIDOSI — Dovremmo organizzare la nostra dieta in modo tale che gli alimenti alcalinizzanti siano presenti nel nostro consumo giornaliero in una quantità non inferiore al 70%. Purtroppo, mentre gli alimenti acidificanti sono moltissimi, quelli che rilasciano sostanze basiche sono davvero pochi. In pratica, solo tutta la frutta fresca ed essiccata e la verdura. Gli acidi più complicati da espellere sono quelli che ci provengono dalla combustione delle proteine di derivazione animale, ma contribuiscono ad abbassare il nostro Ph anche le proteine di origine vegetale, con un’unica eccezione, l’olio extravergine di oliva spremuto a freddo. Tra i cereali l’unico alimento alcalinizzante è il miglio. Fondamentale per contrastare l’acidosi anche l’apporto di bicarbonati e citrati di calcio, ferro, magnesio, potassio e sodio, mentre sono da evitare il cloro, il fosforo e lo zolfo.
COME SCOPRIRE L’ACIDOSI — E’ sufficiente eseguire l’apposito test che valuta il Ph nelle urine attraverso delle apposite cartine disponibili nelle farmacie. Dal punto di vista sintomatico, quando l’organismo accumula scorie acide in eccesso che non riesce più a eliminare tramite i suoi meccanismi fisiologici e d’emergenza (il tessuto osseo che rilascia bicarbonati) si può andare incontro a iperventilazione, nausea, vomito, diarrea. Se la percentuale è invece bassa può essere del tutto asintomatica.
FONTE: http://www.gazzetta.it/
Torta alla cannella
125 gr. di farina 0 (per la versione al cioccolato sostituire 25 gr. di farina con altrettanti di cacao)
125 di fecola
mezza bustina di lievito per dolci (8-10 gr.)
un cucchiaio di cannella
un pizzico di sale
180 gr. di succo d'agave o 160 di zuchero di canna
60 gr. di olio di semi
230 gr. di latte vegetale.
Mescolare le farine con lievito, sale e cannella. Lavorare il burro con il succo d'agave, aggiungere l'olio e lavorare a crema il tutto. Unire al composto il mix di farine alternando con il latte vegetale. Lavorare fino ad ottenere un coposto liscio e senza grumi. Versare in uno stampo da 22 cm. di diametro e cuocere a 170°C per 35-40 minuti.
OGNI ATOMO DEL NOSTRO ORGANISMO PROVIENE DAL CIBO,
OGNI ATOMO DEL NOSTRO ORGANISMO PROVIENE DAL CIBO,
quindi addirittura a livello di biofisica atomica, IL NOSTRO CORPO E' ESATTAMENTE IL CIBO CHE ABBIAMO INGERITO;
in altri termini, SIAMO ESATTAMENTE CIBO CHE CAMMINA.
Questo è proprio il motivo SCIENTIFICO di base per cui CURARE UN UOMO SIGNIFICA PRECISAMENTE CURARE IL CIBO CHE INGERISCE.
Di conseguenza, L'unico vero "farmaco" è proprio esattamente l'alimentazione specie-specifica.
quindi addirittura a livello di biofisica atomica, IL NOSTRO CORPO E' ESATTAMENTE IL CIBO CHE ABBIAMO INGERITO;
in altri termini, SIAMO ESATTAMENTE CIBO CHE CAMMINA.
Questo è proprio il motivo SCIENTIFICO di base per cui CURARE UN UOMO SIGNIFICA PRECISAMENTE CURARE IL CIBO CHE INGERISCE.
Di conseguenza, L'unico vero "farmaco" è proprio esattamente l'alimentazione specie-specifica.
Orecchiette con zucca e foglie di sedano

1 cipolla, tritata
3-4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
450 g di zucca, pelata e tagliata a cubetti di circa 1cm.
230 g di pomodori, tritati a cubetti di circa 1cm.
1 spicchio d’aglio, tritato
½ cucchiaino di sale
½ cucchiaino di pepe
½ tazza d’acqua
¼ di tazza di foglie di sedano
450 g di pasta, formato orecchiette
2 cucchiai di formaggio vegan grattugiato, tipo parmigiano
Procedimento:
Portare a ebollizione una larga pentola d’acqua salata e cuocere la pasta al dente. Scaldare l’olio in una larga padella e saltare la cipolla per 10 minuti circa o finché non è tenera, poi aggiungere zucca, pomodori, aglio, sale, pepe e acqua, coprire con un coperchio, portare a ebollizione e lasciar sobbollire per 15 minuti circa finché la zucca non è cotta, infine aggiungere le foglie di sedano e la pasta, guarnire col parmivegano, impiattare e servire.
Portare a ebollizione una larga pentola d’acqua salata e cuocere la pasta al dente. Scaldare l’olio in una larga padella e saltare la cipolla per 10 minuti circa o finché non è tenera, poi aggiungere zucca, pomodori, aglio, sale, pepe e acqua, coprire con un coperchio, portare a ebollizione e lasciar sobbollire per 15 minuti circa finché la zucca non è cotta, infine aggiungere le foglie di sedano e la pasta, guarnire col parmivegano, impiattare e servire.
Noi siamo quello che mangiamo

Il sistema digerente è una parte essenziale del corpo umano, perché si occupa di assimilare i principi nutritivi ed eliminare le tossine. Quando è in salute protegge il sistema immunitario dal rischio di sovraccarico, mantiene in equilibrio il metabolismo e tiene sotto controllo il nostro peso.
Favorendone il corretto funzionamento mediante un adeguato stile di vita e una dieta ricca e varia possiamo combattere numerosi problemi di salute, senza rinunciare alla buona tavola.
Ulcere, epatiti, calcolosi, gonfiori addominali, reflussi gastro-esofagei, stitichezza, diverticolosi, allergie, coliti ulcerose sono alcuni dei più diffusi problemi dell’apparato digerente e del fegato. In questo libro, ricco di informazioni pratiche e di esempi specifici, anche chi non è esperto troverà tutte le indicazioni necessarie per conoscerli meglio e per combatterli o, meglio ancora, prevenirli.
Con estrema chiarezza Ricca Rosellini per diffondere il più possibile la cultura della prevenzione descrive:
le caratteristiche principali delle patologie,
le nuove cure a disposizione,
e semplici regole alimentari da seguire.
In una vita di 80 anni, una persona introduce nel suo tubo digerente dalle 30 alle 60 tonnellate di cibo. La gran parte di questi alimenti è digerita, assorbita e quindi filtrata dal fegato, facendo raccogliere nel colon, l'ultima parte dell'intestino, esclusivamente le scorie non assimilate. Come può il cibo, allora, non essere coinvolto nella salute del fegato, di tutti i nostri organi e nel benessere dell'organismo? Come possono le scorie non influenzare la salute del colon, che non è un contenitore di vetro, plastica o di alluminio, ma è rivestito da una delicata mucosa?
La scienza medica è unanime: l'alimentazione e uno stile di vita sano sono la chiave di un buono stato di salute.
venerdì 27 settembre 2013
giovedì 26 settembre 2013
Risotto con rape rosse
Ingredienti per 6 persone.
Ingredienti per il RISOTTO CON RAPE ROSSE:
350 gr. di riso integrale;
1000 cc di acqua;
gr. 500 rape rosse possibilmente con foglie;
cm. 10 alga kombu;
olio extravergine;
peperoncino;
aglio;
sale;
tahin per mantecare.
1000 cc di acqua;
gr. 500 rape rosse possibilmente con foglie;
cm. 10 alga kombu;
olio extravergine;
peperoncino;
aglio;
sale;
tahin per mantecare.
Preparazione del RISOTTO CON RAPE ROSSE:
Ammollare in acqua il riso per 4/6 ore.
Trascorso il tempo, pulire e tagliare a piccoli pezzi le rape e le foglie e metterle con l’acqua in una pentola inox con fondo spesso e aggiungere l’alga kombu.
Accendere il fuoco ed abbassare la fiamma al minimo appena l’acqua inizia a bollire, coprire con un coperchio e cuocere per 40/50 minuti.
Verso fine cottura scaldare in un tegamino un pò d’olio con l’aglio vestito e schiacciato ed il peperoncino e versarlo sul riso, aggiustare di sale e mantecare con il tahin.
NON SI PUO' COGLIERE UN FIORE SENZA TURBARE LE STELLE
Nel Tutto armonico, ogni disarmonia, generata dalla violenza e dal dolore che produce, ricade come nemesi karmica non solo su chi l'ha causata, ma su tutta la comunità di cui l'individuo fa parte, per cui ogni individuo deve arrivare a sentirsi responsabile del destino collettivo.
Come in una famiglia, se un individuo commette un atto criminoso, tutti i componenti ne pagano indirettamente le conseguenze.
Allo stesso modo, se un individuo compie un atto meritorio, tutta la comunità ne trae benefcio, visto che tutto è consequenziale.
Finchè un animale sarà recluso, sfruttato, torturato, ucciso, nessun uomo sarà libero e capace di realizzare il vero bene per se stesso e per la comunità di cui fa parte.
E' l'indifferenza verso il dolore altrui che ha fatto del mondo un luogo di dolore.
Tratto dal paragrafo 44 del libro "Alimentazione naturale"
Ravioriselli
Sono arrivati i deliziosi Ravioriselli, con ripieno cremoso di formaggio vegan e verdure.
Golosissimi
http://shop.ivegan.it/
mercoledì 25 settembre 2013
La dieta anti cancro
“Che il cibo sia la tua medicina, la medicina sia il tuo cibo”. Lo affermava Ippocrate il padre della medicina.
Esiste una dieta anti-cancro, richiede una rivoluzione nelle abitudini, ma è una sana rivoluzione. Il segreto sta nello scegliere alimenti che favoriscono il clima alcalino nel corpo (cioè ricco di ossigeno) e non acido perché è quello l'habitat delle cellule tumorali, che vivono in assenza di ossigeno.
Tutto si basa su una teoria che la scienza continua ad ignorare e che spieghiamo più avanti. L’ideale è avere una alimentazione di circa il 60% alcalina piuttosto che acida, e, naturalmente, evitare i prodotti maggiormente acidi, come le bibite, lo zucchero raffinato e gli edulcoranti. Ma intanto vediamo quale potrebbe essere la dieta della salute:
- Tutte le verdure crude producono ossigeno (non quelle cotte)
- La frutta (il limone nonostante il gusto acido all’interno del corpo ha un effetto altamente alcalino).
- Alcuni semi, come le mandorle: sono fortemente alcalini.
- I cereali integrali. Il principe di tutti è il miglio. Tutti gli altri sono leggermente acidi. Tutti i cereali devono essere consumati cotti.
- Il miele è altamente alcalinizzante.
- La clorofilla è fortemente alcalina: in particolare aloe vera
- L’acqua è importante per la produzione di ossigeno. La disidratazione è la tensione principale del corpo e la radice della maggior parte tutte le malattie degenerative
- L’esercizio ossigena tutto il corpo. Uno stile di vita sedentario usura il corpo
Cosa evitare?
- Il sale. Non abusare o evitarlo il più possibile. Per coloro che sono malati, l’ideale è che l’alimentazione sia di circa 80% alcalina, eliminando tutti i prodotti più nocivi. Se si ha il cancro il consiglio è quello di alcalinizzare il più’ possibile.”
- Lo zucchero raffinato e tutti i suoi sottoprodotti (è il peggiore di tutti: non ha proteine, senza grassi, senza vitamine o minerali, solo carboidrati raffinati è molto acido)
- Carne (sono tutte poco utili al corpo meglio favorire le proteine con i legumi)
- Prodotti di origine animale (latte e formaggio, ricotta, yogurt, ecc)
- Farina raffinata e tutti i suoi derivati. (Pasta, torte, biscotti, ecc)
- Pane. (La maggior parte contengono grassi saturi, margarina, sale, zucchero e conservanti)
- Margarina
- Antibiotici
- Caffè ma anche tè nero, cioccolato
- Alcool e Tabacco
- Tutti gli alimenti trasformati, in scatola, contenenti conservanti, coloranti, aromi, stabilizzanti sono da evitare mentre sono da preferire i cibi crudi
Tutto risponde ad una basilare regoletta semi-sconosciuta: favorire cibi alcalinizzanti. Purtroppo all’industria farmaceutica e alimentare servono malati, non persone sane. Ma già nel 1931 lo scienziato tedesco Otto Heinrich Warburg ha ricevuto il Premio Nobel per la scoperta sulla causa primaria del cancro.Tutto si basa su un principio: le cellule sane vivono in un ambiente ossigenato e alcalino che consente il normale funzionamento. Le cellule tumorali vivono in un ambiente acido e carente di ossigeno.
Warburg aveva scoperto che il cancro è il risultato di un potere anti-fisiologico e di uno stile di vita anti-fisiologico. Con uno stile anti-fisiologico nutrizionale (dieta basata su cibi acidificanti) e l’inattività fisica, il corpo crea un ambiente acido per una cattiva ossigenazione delle cellule. L’acidosi cellulare causa l’espulsione dell’ossigeno e la mancanza di ossigeno nelle cellule crea un ambiente acido. “La mancanza di ossigeno e l’acidità sono due facce della stessa medaglia:. Se una persona ha uno, ha anche l’altro” disse lo scienziato.
Quindi se una persona ha eccesso di acidità automaticamente avrà mancanza di ossigeno nel suo sistema. Se manca l’ossigeno, avrete acidità nel vostro corpo. “Le sostanze acide respingono ossigeno, a differenza delle alcaline che attirano ossigeno” aveva notato e quindi un ambiente acido è un ambiente senza ossigeno. Warburg aveva osservato che privando una cellula del 35% del suo ossigeno per 48 ore, e’ possibile convertirla in un cancro. “Tutte le cellule normali, hanno il bisogno assoluto di ossigeno, ma le cellule tumorali possono vivere senza ossigeno”.
Quindi: i tessuti tumorali sono acidi, mentre i tessuti sani sono alcalini.
Nella sua opera “Il metabolismo dei tumori” Warburg mostrò che tutte le forme di cancro sono caratterizzate da due condizioni fondamentali: acidosi del sangue (acido) e ipossia (mancanza di ossigeno). Ha scoperto che le cellule tumorali sono anaerobiche (non respirano ossigeno) e non possono sopravvivere in presenza di alti livelli di ossigeno.
Le cellule tumorali possono sopravvivere soltanto con glucosio e in un ambiente privo di ossigeno. Pertanto, il cancro non è altro che un meccanismo di difesa che ha alcune cellule del corpo per sopravvivere in un ambiente acido e privo di ossigeno.
Una volta terminato il processo digestivo, gli alimenti, a secondo della qualità di proteine, carboidrati, grassi, vitamine e minerali, forniscono e generano una condizione di acidità o alcalinità nel corpo.
Il risultato acidificante o alcalinizzante viene misurato con una scala chiamata PH, i cui valori vanno da 0 a 14, al valore 7 corrisponde un pH neutro.”
E ‘importante sapere come gli alimenti acidi e alcalini influiscono sulla salute, poiché le cellule..per funzionare correttamente dovrebbe essere di un ph leggermente alcalino (poco di sopra al 7). In una persona sana, il pH del sangue è compreso tra 7.4 e 7.45. Se il pH del sangue di una persona inferiore 7, va in coma. Al prossimo controllo, fate attenzione a questo dato e intanto: cambiate dieta.
Fonte: www.giornalesentire.it
Esiste una dieta anti-cancro, richiede una rivoluzione nelle abitudini, ma è una sana rivoluzione. Il segreto sta nello scegliere alimenti che favoriscono il clima alcalino nel corpo (cioè ricco di ossigeno) e non acido perché è quello l'habitat delle cellule tumorali, che vivono in assenza di ossigeno.
Tutto si basa su una teoria che la scienza continua ad ignorare e che spieghiamo più avanti. L’ideale è avere una alimentazione di circa il 60% alcalina piuttosto che acida, e, naturalmente, evitare i prodotti maggiormente acidi, come le bibite, lo zucchero raffinato e gli edulcoranti. Ma intanto vediamo quale potrebbe essere la dieta della salute:
- Tutte le verdure crude producono ossigeno (non quelle cotte)
- La frutta (il limone nonostante il gusto acido all’interno del corpo ha un effetto altamente alcalino).
- Alcuni semi, come le mandorle: sono fortemente alcalini.
- I cereali integrali. Il principe di tutti è il miglio. Tutti gli altri sono leggermente acidi. Tutti i cereali devono essere consumati cotti.
- Il miele è altamente alcalinizzante.
- La clorofilla è fortemente alcalina: in particolare aloe vera
- L’acqua è importante per la produzione di ossigeno. La disidratazione è la tensione principale del corpo e la radice della maggior parte tutte le malattie degenerative
- L’esercizio ossigena tutto il corpo. Uno stile di vita sedentario usura il corpo
Cosa evitare?
- Il sale. Non abusare o evitarlo il più possibile. Per coloro che sono malati, l’ideale è che l’alimentazione sia di circa 80% alcalina, eliminando tutti i prodotti più nocivi. Se si ha il cancro il consiglio è quello di alcalinizzare il più’ possibile.”
- Lo zucchero raffinato e tutti i suoi sottoprodotti (è il peggiore di tutti: non ha proteine, senza grassi, senza vitamine o minerali, solo carboidrati raffinati è molto acido)
- Carne (sono tutte poco utili al corpo meglio favorire le proteine con i legumi)
- Prodotti di origine animale (latte e formaggio, ricotta, yogurt, ecc)
- Farina raffinata e tutti i suoi derivati. (Pasta, torte, biscotti, ecc)
- Pane. (La maggior parte contengono grassi saturi, margarina, sale, zucchero e conservanti)
- Margarina
- Antibiotici
- Caffè ma anche tè nero, cioccolato
- Alcool e Tabacco
- Tutti gli alimenti trasformati, in scatola, contenenti conservanti, coloranti, aromi, stabilizzanti sono da evitare mentre sono da preferire i cibi crudi
Tutto risponde ad una basilare regoletta semi-sconosciuta: favorire cibi alcalinizzanti. Purtroppo all’industria farmaceutica e alimentare servono malati, non persone sane. Ma già nel 1931 lo scienziato tedesco Otto Heinrich Warburg ha ricevuto il Premio Nobel per la scoperta sulla causa primaria del cancro.Tutto si basa su un principio: le cellule sane vivono in un ambiente ossigenato e alcalino che consente il normale funzionamento. Le cellule tumorali vivono in un ambiente acido e carente di ossigeno.
Warburg aveva scoperto che il cancro è il risultato di un potere anti-fisiologico e di uno stile di vita anti-fisiologico. Con uno stile anti-fisiologico nutrizionale (dieta basata su cibi acidificanti) e l’inattività fisica, il corpo crea un ambiente acido per una cattiva ossigenazione delle cellule. L’acidosi cellulare causa l’espulsione dell’ossigeno e la mancanza di ossigeno nelle cellule crea un ambiente acido. “La mancanza di ossigeno e l’acidità sono due facce della stessa medaglia:. Se una persona ha uno, ha anche l’altro” disse lo scienziato.
Quindi se una persona ha eccesso di acidità automaticamente avrà mancanza di ossigeno nel suo sistema. Se manca l’ossigeno, avrete acidità nel vostro corpo. “Le sostanze acide respingono ossigeno, a differenza delle alcaline che attirano ossigeno” aveva notato e quindi un ambiente acido è un ambiente senza ossigeno. Warburg aveva osservato che privando una cellula del 35% del suo ossigeno per 48 ore, e’ possibile convertirla in un cancro. “Tutte le cellule normali, hanno il bisogno assoluto di ossigeno, ma le cellule tumorali possono vivere senza ossigeno”.
Quindi: i tessuti tumorali sono acidi, mentre i tessuti sani sono alcalini.
Nella sua opera “Il metabolismo dei tumori” Warburg mostrò che tutte le forme di cancro sono caratterizzate da due condizioni fondamentali: acidosi del sangue (acido) e ipossia (mancanza di ossigeno). Ha scoperto che le cellule tumorali sono anaerobiche (non respirano ossigeno) e non possono sopravvivere in presenza di alti livelli di ossigeno.
Le cellule tumorali possono sopravvivere soltanto con glucosio e in un ambiente privo di ossigeno. Pertanto, il cancro non è altro che un meccanismo di difesa che ha alcune cellule del corpo per sopravvivere in un ambiente acido e privo di ossigeno.
Una volta terminato il processo digestivo, gli alimenti, a secondo della qualità di proteine, carboidrati, grassi, vitamine e minerali, forniscono e generano una condizione di acidità o alcalinità nel corpo.
Il risultato acidificante o alcalinizzante viene misurato con una scala chiamata PH, i cui valori vanno da 0 a 14, al valore 7 corrisponde un pH neutro.”
E ‘importante sapere come gli alimenti acidi e alcalini influiscono sulla salute, poiché le cellule..per funzionare correttamente dovrebbe essere di un ph leggermente alcalino (poco di sopra al 7). In una persona sana, il pH del sangue è compreso tra 7.4 e 7.45. Se il pH del sangue di una persona inferiore 7, va in coma. Al prossimo controllo, fate attenzione a questo dato e intanto: cambiate dieta.
Fonte: www.giornalesentire.it
I semi della salute: sesamo, lino, girasole e zucca
Forse non tutti sanno che esistono alcuni semi dalle proprietà e caratteristiche eccezionali che andrebbero inseriti quotidianamente nella nostra dieta. Difficile trovarli nei supermercati tradizionali, si vendono invece in tutti i negozi di alimenti naturali e biologici. E' possibile consumarli in tantissimi modi: all’interno di insalate, cereali e pasta, nello yogurt o anche da soli come snack di metà mattina o pomeriggio. Sono degli ottimi integratori naturali adatti a tutti ma, data la grande ricchezza nutritiva, sono particolarmente consigliati a chi segue un’alimentazione vegetariana. Importante è però non eccedere nelle quantità, conservarli in luoghi asciutti e fare molta attenzione alla data di scadenza.
Avete bisogno di fare scorta di fibre e proteine? Ecco a voi 4 tipologie di semi commestibili che non possono mancare nella vostra dispensa:
Semi di sesamo


A proposito di questi semi Gandhi disse: “Ovunque i semi di lino divengano un cibo comune tra la gente, lì ci sarà una salute migliore”. E’ facile intuire quindi quanto preziosi siano questi piccoli semi a livello nutrizionale, forniscono infatti Omega 3 e sostanze anticancerogene come i lignani. Sono particolarmente consigliati a chi soffre di colite o intestino pigro grazie alle mucillagini e le fibre che contengono, utilissime per ripristinare le normali funzioni intestinali. E’ preferibile assumerli tritati per far sì che l’organismo li assorba meglio, hanno infatti un rivestimento duro altrimenti di difficile assimilazione da parte del sistema digerente. Per problemi intestinali è possibile prendere un cucchiaino di semi di lino al giorno a stomaco vuoto. E' importante però bere moltissima acqua dato che questi semi assorbono liquidi fino a 6 volte il loro peso. I vegani possono utilizzare i semi di lino per le loro preparazioni culinarie al posto di un uovo, basta triturarli e unirli a un po' d'acqua.
Semi di girasole
Semi di zucca

Io adoro questi semi e li aggiungo a tanti piatti, soprattutto alle verdure, basta una manciatina per avere tanti benefici!
Fonte: http://www.greenme.it
Barbabietola rossa: un concentrato di benessere naturale
La barbabietola rossa, o rapa rossa, è un tubero che dovrebbe occupare un posto di primo piano sulle nostre tavole. Invece questo ortaggio, dal caratteristico colore intenso e dall’aspetto non proprio invitante, viene spesso dimenticato… Errore!
C’è da considerare poi che le barbabietole rosse contengono poche calorie e sono quindi particolarmente indicate per chi sta seguendo una dieta. L’apporto calorico è di sole 20 Kcal per 100 grammi e, grazie alla presenza di fibre, tendono a riempire e saziare.Vediamo allora quali sono lecaratteristiche ‘speciali’ della barbabietola rossa, un tubero che è considerato un vero e proprio concentrato di sostanze benefiche dato che contiene:
1) Fibre solubili e insolubili, utili all’intestino, a tenere sotto controllo il livello di zucchero nel sangue e il colesterolo.
2) Sali minerali come ferro, sodio, potassio, calcio, magnesio e iodio. La rapa rossa è indicata quindi in tutti i casi in cui ci sia esigenza di remineralizzare l’organismo.
3) Vitamine del gruppo B come B1, B2, B3 e B6, utili a rafforzare il sistema immunitario, il sistema digestivo e ad attivare il metabolismo cellulare; e folati, essenziali durante la gravidanza e non solo… dato che concorrono alla produzione dei globuli bianchi e rossi, del materiale genetico e altro.
4) Vitamina C (nel tubero) e A (nelle foglie).
5) Antocianosidi, ovvero antiossidanti.
6) Tanta acqua! Ogni rapa è composta dall’91% di acqua! Ottima soluzione quindi per contrastare la ritenzione idrica
1) Fibre solubili e insolubili, utili all’intestino, a tenere sotto controllo il livello di zucchero nel sangue e il colesterolo.
2) Sali minerali come ferro, sodio, potassio, calcio, magnesio e iodio. La rapa rossa è indicata quindi in tutti i casi in cui ci sia esigenza di remineralizzare l’organismo.
3) Vitamine del gruppo B come B1, B2, B3 e B6, utili a rafforzare il sistema immunitario, il sistema digestivo e ad attivare il metabolismo cellulare; e folati, essenziali durante la gravidanza e non solo… dato che concorrono alla produzione dei globuli bianchi e rossi, del materiale genetico e altro.
4) Vitamina C (nel tubero) e A (nelle foglie).
5) Antocianosidi, ovvero antiossidanti.
6) Tanta acqua! Ogni rapa è composta dall’91% di acqua! Ottima soluzione quindi per contrastare la ritenzione idrica
Visto che è bene mangiarle, vediamo ora alcuni modi per utilizzare le rape rosse:
1) Della rapa rossa si può mangiare tutto: foglie e radici, sia crude che cotte. Naturalmente scegliere di non cuocere significa mantenere intatte le proprietà e i nutrienti di questo ortaggio, il mio consiglio è quindi quello di mangiare le barbiabietole rosse a pezzettini o grattuggiate nell’insalata con un po’ di succo di limone (il limone aiuta l’assorbimento del ferro)!
2) Se crude proprio non vi piacciono, lessatele e conditele con olio e limone oppure saltatele in padella o abbrustolitele al forno!
3) Preparate un bel risotto alle rape rosse. Qui una possibile ricetta.
4) Se soffrite di anemia o vi sentite sempre stanchi un ottimo rimedio è bere il succo di barbabietola rossa a digiuno. Potete utilizzare 2 rape (crude e sbucciate) oppure rendere un po’ più gustoso il vostro succo unendo anche mela e limone. Se volete aumentare la dose di ferro aggiungete anche un cucchiaio di lievito di birra secco.
È consigliato il consumo di barbabietola rossa un po’ a tutti in particolare a chi si sente stanco, è influenzato, soffre di stitichezza o emorroidi, vuole migliorare le sue funzioni epatiche o combattere infezioni alle vie urinarie. Sconsigliato invece a chi soffre di gastrite, dato che aumenta la produzione di succhi gastrici, a chi ha problemi di calcoli ai reni, dato che le rape sono ricche di ossalati e ai diabetici perché, soprattutto cotta, la barbabietola contiene zuccheri.
Fonte: http://www.greenme.it
Il lato oscuro della farina raffinata
Il “cibo killer” che vediamo oggi, se non hai mai sentito parlare di alimentazione naturale potrebbe davvero sorprenderti, ed è probabile che vada ad intaccare delle convinzioni profonde sul cibo che ci portiamo dietro dalla nascita, e che la nostra tradizione italiana non ci aiuta di certo a smussare.

Per farina bianca raffinata intendo la farina che abitualmente è presente sulle nostre tavole sotto forma di pane, pasta e dolci.
Questo tipo di prodotto industriale che non ha quasi più niente di naturale è stato privato di 2 parti fondamentali del seme del grano: La crusca all’esterno ed il germe all’interno (l’embrione).
Una dieta basata principalmente su questo prodotto è la causa principale di malnutrizione, costipazione, stanchezza e numerose malattie croniche.
Se ci pensi bene si tratta di un prodotto abbastanza recente, il pane comune infatti fino a poco tempo fa esisteva esclusivamente in forma integrale.
Solo negli ultimi 50 – 60 anni è stato introdotto il pane bianco, simbolo di un progresso economico e tecnologico che non ha tenuto conto della salute degli esseri umani.
Negli anni ’50 inoltre il frumento è stato vittima di profonde trasformazioni genetiche da parte dei più grandi agronomi italiani. La ricerca genetica, di un frumento che garantisse grosse produzioni e resistentissimo agli eventi esterni, ha creato un grano troppo impoverito, quasi completamente privo di sostanze nutritive.
Addirittura sono nate delle farine arricchite proprio per soccorrere alla mancanza di questi nutrienti. Quindi le grosse industrie di raffinazione del grano aggiungono 4-5 vitamine e minerali inorganici, pensando così di compensare le 15-20 o più sostanze che si trovano nella crusca e nel germe. (senza considerare le fibre…)
Ma vediamo su cosa influisce il consumo eccessivo di farina bianca:
Più prodotti raffinati una persona mangia più insulina deve essere prodotta dall’organismo.
L’insulina favorisce il deposito di grasso, il passaggio ad un rapido aumento di peso e di trigliceridi elevati, che può portare a malattie cardiache. Nel tempo, il pancreas diventa così carico di lavoro che la produzione di insulina si blocca, e ipoglicemia (poco zucchero nel sangue) o diabete vengono a galla.
Non è un caso che il diabete sia una delle malattie più diffuse negli ultimi decenni. Ci sono bambini che nascono già diabetici negli Usa a causa degli errori alimentari dei loro genitori e in Italia la percentuale di celiachia e intolleranza al glutine (presente nel frumento) cresce ogni anno del 10 %.
Inoltre la farina di grano raffinata è il combustibile che alimenta le infezioni e gli alti livelli di zucchero nel sangue creando un terreno fertile per batteri dannosi ed un conseguente indebolimento del sistema immunitario.
Ma non è tutto qui, purtroppo la situazione è anche peggio.
Perché il colore del pane bianco è così bianco, quando la farina di grano da cui è stato prelevato non lo è?
Il motivo è semplice: la farina usata per fare il pane bianco è sbiancata chimicamente, proprio come quando usi la candeggina per sbiancare i tuoi vestiti.
Così, quando mangi il pane bianco, mangi anche i residui chimici degli sbiancanti.
I mulini industriali usano prodotti chimici differenti per lo sbiancamento, ma sono tutti abbastanza nocivi.
Eccone alcuni: l’ossido di azoto, di cloro e nitrosyl e perossido di benzoile miscelato con sali chimici vari.
Un agente sbiancante, l’ossido di cloro, combinato con le proteine qualunque siano, ancora rimaste nella farina, produce allossana.
L’allossana è velenosa, ed è stata utilizzata per produrre il diabete in animali da laboratorio. L’ossido di cloro serve anche ad allungare la durata di conservazione della farina, ma non è propriamente salutare.
Inoltre, nel processo di produzione di farina bianca, la metà degli acidi grassi insaturi, che sono ad alto valore alimentare, si perdono nel processo di fresatura , e praticamente tutta la vitamina E è perduta con la rimozione di germe di grano e crusca.
Come risultato, il resto della farina del pane bianco che si acquista, contiene solo proteine di scarsa qualità e amido modificato.
Ma non è tutto per quanto riguarda la perdita di sostanze nutritive.
Circa il 50% di tutto il calcio, il 70% di fosforo, l’80% di ferro, il 98% di magnesio, il 75% di manganese, il 50% di potassio, e il 65% del rame vengono distrutti.
Se questo non fosse abbastanza grave, circa l’80% di tiamina, il 60% di riboflavina, il 75% di niacina, il 50% di acido pantotenico, e circa il 50% di piridossina sono inoltre persi.
E non è ancora finita…
Gli zuccheri semplici e i carboidrati raffinati (farina bianca, pasta, lavorati, cibi devitalizzati, etc..) richiedono poco metabolismo ed entrano nel flusso sanguigno rapidamente.
Improvviso aumento di zuccheri
Il pancreas, l’organo che regola la quantità di insulina che viene rilasciata nel sangue, è indaffarato dall’ improvviso aumento di zuccheri.
Il risultato di tutto questo è una forte diminuzione della glicemia (solitamente entro un’ora), e una conseguente sensazione di letargia, confusione mentale, debolezza e senso falso di “fame!
Tutti questi problemi portano una forte acidità che considero una delle cause principali di ogni malattia.
Come se non bastasse, questo fa in modo che lo zucchero causi l’aumento di peso, non solo a causa del suo innaturale contenuto calorico, ma in realtà perché altera il metabolismo!
Che cosa significa ciò?
Ecco cosa significa: se due gruppi di persone sono alimentate con lo stesso numero esatto di calorie, ma un gruppo prende le sue calorie dello zucchero e da prodotti raffinati, mentre l’altro gruppo consuma le calorie sotto forma di cereali integrali, frutta e verdure, il primo gruppo aumenta di peso, mentre l’altro no.
Questa constatazione ci viene da studi pubblicati da parte del Ministero della Salute degli USA
Come abbiamo visto quindi poche sostanze nutritive sintetiche sono aggiunte nuovamente alla farina bianca che viene poi chiamata “arricchita”.
In realtà non c’è stato alcun reale “arricchimento” del prodotto originale, ma l’inganno e la distruzione della vita di una delle tante creazioni perfette che troviamo in natura.
Non lasciarti ingannare da prodotti che vengono pubblicizzati come cereali integrali, ma effettivamente non lo sono. Possono avere una qualche quantità di cereali integrali all’interno, ma ci possono essere un sacco di altri ingredienti inutili e malsani.
Per esempio, se il pane è morbido, è molto difficile che sia davvero integrale. Assicurati di leggere tutti gli ingredienti con cura su tutti i prodotti che compri.
Se hai ancora la tendenza a mangiare cereali, acquista soprattutto cereali integrali in chicchi, ce ne sono di innumerevoli qualità e tutti buonissimi.
martedì 24 settembre 2013
UN’ UMANITA’ IN PAUROSO DECLINO FISICO, E NON SOLO
UN’UMANITA’ IN PAUROSO DECLINO FISICO, E NON SOLO
L’attuale condizione di malattia del genere umano non conosce precedenti. Mai come in questo frangente storico l’umanità è malaticcia, bisognosa di cure, flagellata da un numero impressionante di malattie.
Nonostante le immense risorse umane e i fiumi di denaro impegnati dalla ricerca medica per neutralizzare gli effetti delle malattie, ogni anno nel mondo muoiono 17 milioni di persone per infarto (500.000 solo in Europa) e una persona su tre nell’Occidente muore di cancro, (140.000 morti ogni anno solo in Italia).
180 miliardi di dollari vengono spesi negli Stati Uniti solo per cure contro il cancro, mentre in Italia i nuovi casi di cancro ogni anno sono 300.000 con una spesa di 50.000 miliardi delle vecchie lire.
Nella sola Europa le spese per curare il solo raffreddore superano quelle dell’istruzione scolastica. Il 75% della spesa sanitaria in Italia e in Europa viene assorbita per curare gli effetti della cattiva alimentazione.
Pare che l’industria della carne negli USA (dove attualmente il 12% del PIL viene speso in cure mediche) ha causato più morti di tutte le guerre del secolo scorso.
La sanità negli USA riconosce solo 3 milioni di cittadini sani su un totale di 250 milioni di individui.
Ben 42 milioni soffrono di ipertensione, l’80% della popolazione è affetta da reumatismi e 3 persone su 4 sono colpite da infarto o cancro: il cancro infantile è il killer numero uno tra i bambini. Un ragazzo su 5 (sotto i 17 anni) porta malattia disabilitante.
Il 50% della gente ha problemi digestivi cronici: la costipazione negli USA colpisce 190 milioni di individui, cioè 9 persone su 10.
Un terzo della popolazione è sovrappeso e un terzo degli americani è carente di calcio. Inoltre, gli effetti collaterali dei farmaci sono la 4^ causa di morte negli Stati Uniti. L’infarto, fino al 1940 era pressoché sconosciuto, oggi le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel mondo occidentale; nel 1900 una persona su 30 moriva di cancro,oggi ne muore una su tre.
E la causa è da attribuire alla cattiva e innaturale alimentazione: le proteine animali consumate 3 volte più del necessario, 7 volte più grassi, 6 volte più zucchero e 10 volte più colesterolo e si assumono un terzo delle fibre necessarie.
Domanda:
dal momento che la specie umana è la sola tra tutte le specie del regno animale ad essere colpita da infarto e da malattie degenerative e dal momento che le statistiche ufficiali dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Salute) ci informano che il 75% delle malattie sono dovute alla cattiva alimentazione e il 34% delle neoplasie è attribuibile al consumo di carne ed un altro 30% è attribuibile al fumo di sigaretta; dal momento che chiunque sarebbe incriminato a invogliare pubblicamente la gente a fumare un pacchetto di sigarette al giorno, non è forse altrettanto irresponsabile quanto criminoso consentire ai nutrizionisti televisivi di invitare la gente a mangiare la carne ?
Consideriamo anche che il fattore cancro dovuto all’inquinamento incide solo per il 2%, così pure le droghe e l’esposizione ai raggi UV, mentre l’obesità, i rischi professionali e le infezioni incidono per il 5%, mentre le malattie genetiche incidono circa per il 10%.
E considerando anche che nessuno studio ha mai dimostrato che i residui di pesticidi, presenti in quantità infinitesimale nella frutta e nella verdura, possono essere causa di cancro è logico supporre che non sono i prodotti chimici i massimi imputati ma la carne in se stessa.
Infatti, un esperimento condotto dall’Università inglese di Cambridge nel 2001, in cui sono stati coinvolti 40.000 soggetti, bambini, adulti, anziani dei due sessi per 10 anni di seguito, ha dato il seguente risultato finale tra i vari gruppi (carnivoro, onnivoro, vegetariano, latto ovo vegetariano, vegano e crudista): il gruppo crudista rivelava totale assenza di malattie, quello vegano gli andava abbastanza vicino, quello vegetariano veniva in qualche modo punito, i gruppi carnivoro e onnivoro presentavano alti tassi di incidenza di malattie cardiache e cancro.
Un’altro studio condotto su 78.000 donne per 12 anni ad Harvard ha dimostrato che i soggetti che assumevano latte 3 volte al giorno presentavano un numero di fratture assai più alto delle donne che non consumavano latticini.
E dal momento che i vegetariani ed i vegani non necessariamente consumano prodotti esenti da contaminazioni chimiche, è facile dedurre che la causa delle malattie è attribuibile non tanto agli inquinanti chimici, quanto ai prodotti animali e derivati nei quali, tra l’altro si concentrano in misura 10 volte superiore che nei vegetali.
Gli attuali noti nutrizionisti televisivi sembrano pateticamente programmati per negare ad oltranza qualunque correlazione tra carne e malattie sociali.
C’è una sorta di tacito e complice accordo, una sorta di omertà diffusa tra loro ed i mezzi di informazione di massa: quello di non attribuire mai alla carne la causa delle malattie.
Che cosa intendono quando in modo laconico e sfuggente parlano di prevenzione e di cattiva alimentazione?
Se la frutta e la verdura hanno valore protettivo per la nostra salute da che cosa ci proteggono?
Come può esserci un cambiamento dello stile di vita se i nutrizionisti affermano che quando non si consuma la carne occorre alternarla con il pesce, i formaggi o le uova?
Praticamente ritengono necessario inserire ogni giorno nella dieta prodotti di origine animale, cioè quei prodotti che sono la causa stessa delle malattie che con il cambiamento di stile di vita essi fingono di voler combattere.
Quindi, se questi dati sono veri (come lo sono) restano solo due opzioni: o i nutrizionisti-cadaveriani non sono bene informati (cosa alquanto improbabile) oppure sono in mala fede.
Ma io dico che essi danno alla gente comune quel che la gente chiede, non quello di cui la gente ha veramente bisogno per vivere bene, progredire sul piano etico, salutistico e soprattutto acquisire una mentalità critica che possa consentire ad ognuno di essere artefice della propria condizione fisica, mentale, morale e spirituale.
Questo coincide con la politica delle grandi multinazionali di settore e, naturalmente, torna a beneficio ai suoi rappresentanti.
(Fonte: Franco Libero Manco)
L’attuale condizione di malattia del genere umano non conosce precedenti. Mai come in questo frangente storico l’umanità è malaticcia, bisognosa di cure, flagellata da un numero impressionante di malattie.
Nonostante le immense risorse umane e i fiumi di denaro impegnati dalla ricerca medica per neutralizzare gli effetti delle malattie, ogni anno nel mondo muoiono 17 milioni di persone per infarto (500.000 solo in Europa) e una persona su tre nell’Occidente muore di cancro, (140.000 morti ogni anno solo in Italia).
180 miliardi di dollari vengono spesi negli Stati Uniti solo per cure contro il cancro, mentre in Italia i nuovi casi di cancro ogni anno sono 300.000 con una spesa di 50.000 miliardi delle vecchie lire.
Nella sola Europa le spese per curare il solo raffreddore superano quelle dell’istruzione scolastica. Il 75% della spesa sanitaria in Italia e in Europa viene assorbita per curare gli effetti della cattiva alimentazione.
Pare che l’industria della carne negli USA (dove attualmente il 12% del PIL viene speso in cure mediche) ha causato più morti di tutte le guerre del secolo scorso.
La sanità negli USA riconosce solo 3 milioni di cittadini sani su un totale di 250 milioni di individui.
Ben 42 milioni soffrono di ipertensione, l’80% della popolazione è affetta da reumatismi e 3 persone su 4 sono colpite da infarto o cancro: il cancro infantile è il killer numero uno tra i bambini. Un ragazzo su 5 (sotto i 17 anni) porta malattia disabilitante.
Il 50% della gente ha problemi digestivi cronici: la costipazione negli USA colpisce 190 milioni di individui, cioè 9 persone su 10.
Un terzo della popolazione è sovrappeso e un terzo degli americani è carente di calcio. Inoltre, gli effetti collaterali dei farmaci sono la 4^ causa di morte negli Stati Uniti. L’infarto, fino al 1940 era pressoché sconosciuto, oggi le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel mondo occidentale; nel 1900 una persona su 30 moriva di cancro,oggi ne muore una su tre.
E la causa è da attribuire alla cattiva e innaturale alimentazione: le proteine animali consumate 3 volte più del necessario, 7 volte più grassi, 6 volte più zucchero e 10 volte più colesterolo e si assumono un terzo delle fibre necessarie.
Domanda:
dal momento che la specie umana è la sola tra tutte le specie del regno animale ad essere colpita da infarto e da malattie degenerative e dal momento che le statistiche ufficiali dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Salute) ci informano che il 75% delle malattie sono dovute alla cattiva alimentazione e il 34% delle neoplasie è attribuibile al consumo di carne ed un altro 30% è attribuibile al fumo di sigaretta; dal momento che chiunque sarebbe incriminato a invogliare pubblicamente la gente a fumare un pacchetto di sigarette al giorno, non è forse altrettanto irresponsabile quanto criminoso consentire ai nutrizionisti televisivi di invitare la gente a mangiare la carne ?
Consideriamo anche che il fattore cancro dovuto all’inquinamento incide solo per il 2%, così pure le droghe e l’esposizione ai raggi UV, mentre l’obesità, i rischi professionali e le infezioni incidono per il 5%, mentre le malattie genetiche incidono circa per il 10%.
E considerando anche che nessuno studio ha mai dimostrato che i residui di pesticidi, presenti in quantità infinitesimale nella frutta e nella verdura, possono essere causa di cancro è logico supporre che non sono i prodotti chimici i massimi imputati ma la carne in se stessa.
Infatti, un esperimento condotto dall’Università inglese di Cambridge nel 2001, in cui sono stati coinvolti 40.000 soggetti, bambini, adulti, anziani dei due sessi per 10 anni di seguito, ha dato il seguente risultato finale tra i vari gruppi (carnivoro, onnivoro, vegetariano, latto ovo vegetariano, vegano e crudista): il gruppo crudista rivelava totale assenza di malattie, quello vegano gli andava abbastanza vicino, quello vegetariano veniva in qualche modo punito, i gruppi carnivoro e onnivoro presentavano alti tassi di incidenza di malattie cardiache e cancro.
Un’altro studio condotto su 78.000 donne per 12 anni ad Harvard ha dimostrato che i soggetti che assumevano latte 3 volte al giorno presentavano un numero di fratture assai più alto delle donne che non consumavano latticini.
E dal momento che i vegetariani ed i vegani non necessariamente consumano prodotti esenti da contaminazioni chimiche, è facile dedurre che la causa delle malattie è attribuibile non tanto agli inquinanti chimici, quanto ai prodotti animali e derivati nei quali, tra l’altro si concentrano in misura 10 volte superiore che nei vegetali.
Gli attuali noti nutrizionisti televisivi sembrano pateticamente programmati per negare ad oltranza qualunque correlazione tra carne e malattie sociali.
C’è una sorta di tacito e complice accordo, una sorta di omertà diffusa tra loro ed i mezzi di informazione di massa: quello di non attribuire mai alla carne la causa delle malattie.
Che cosa intendono quando in modo laconico e sfuggente parlano di prevenzione e di cattiva alimentazione?
Se la frutta e la verdura hanno valore protettivo per la nostra salute da che cosa ci proteggono?
Come può esserci un cambiamento dello stile di vita se i nutrizionisti affermano che quando non si consuma la carne occorre alternarla con il pesce, i formaggi o le uova?
Praticamente ritengono necessario inserire ogni giorno nella dieta prodotti di origine animale, cioè quei prodotti che sono la causa stessa delle malattie che con il cambiamento di stile di vita essi fingono di voler combattere.
Quindi, se questi dati sono veri (come lo sono) restano solo due opzioni: o i nutrizionisti-cadaveriani non sono bene informati (cosa alquanto improbabile) oppure sono in mala fede.
Ma io dico che essi danno alla gente comune quel che la gente chiede, non quello di cui la gente ha veramente bisogno per vivere bene, progredire sul piano etico, salutistico e soprattutto acquisire una mentalità critica che possa consentire ad ognuno di essere artefice della propria condizione fisica, mentale, morale e spirituale.
Questo coincide con la politica delle grandi multinazionali di settore e, naturalmente, torna a beneficio ai suoi rappresentanti.
(Fonte: Franco Libero Manco)
Il crudismo
Il crudismo o “raw food” è l’arte della massima salute e longevità, ma è necessario conoscere a fondo come praticare questa nutrizione, per evitare di abbandonare delusi questo percorso virtuoso.
I benefici che derivano da una alimentazione crudista sono enormi, ma, secondo la nostra esperienza, il percorso di avvicinamento al crudismo deve essere lento e graduale, per evitare di incorrere in effetti disintossicanti troppo forti e sgradevoli, che spesso spaventano le persone e fanno credere loro di non essere sulla strada giusta.
Sempre più persone sono interessate a una nutrizione crudistae se ne parla sempre più spesso, in quanto, ritornando ad uno stile di vita veramente naturale, è possibile per l’uomo riacquistare quella sensazione di sensazionale benessere e di armonia con la natura, ormai perduti da tempo.
Quello che però non è noto a chi si incammina nel mondo delraw food è che fare di frutta e verdura cruda la base della propria alimentazione attiva un intenso processo di disintossicazione; infatti una delle proprietà del cibo non sottoposto a cottura è quello di aiutare l’organismo a eliminare facilmente le tossine e a ripulire i vecchi depositi incrostati di muco dal nostro apparato digerente, dal sangue e dalla linfa.
Ciò che avviene quindi quando passiamo ad una dieta crudistaè che le tossine, il vecchio materiale ( anche di anni ) indigerito viene velocemente rimesso in circolo, con la possibilità di spiacevoli effetti di disintossicazione quali nausea, ginfiore, pesantezza, acne, candida, flatulenza, ecc…
Enorme differenza tra dieta onnivora e crudismo
A causa di questi effetti spiacevoli, molte persone abbandonano il percorso crudista, pensando di non avere una costituzione adatta o che non sia un regime alimentare veramente salutare, sbagliando.
Quello che dobbiamo tenere in considerazione è l’enorme differenza tra quello che mangiano le persone onnivore fin dalla nascita ( cibo devitalizzato, cotto, fritto, aromatizzato, fumo, alcool, caffè…) e quello che rappresenta un perfetto e ideale regime crudista ( frutta, verdura, bacche, erbe, noci, semi, alghe e germogli )..
Quello che dobbiamo tenere in considerazione è l’enorme differenza tra quello che mangiano le persone onnivore fin dalla nascita ( cibo devitalizzato, cotto, fritto, aromatizzato, fumo, alcool, caffè…) e quello che rappresenta un perfetto e ideale regime crudista ( frutta, verdura, bacche, erbe, noci, semi, alghe e germogli )..
Dobbiamo tenere in considerazione l’enorme quantità di fibre vegetali che si introducono in una giornata di crudismo veganoe il fatto che il nostro corpo, dopo anni di abusi e cibo devitalizzato, non è abituato a digerire e smaltire velocemente tutto questo nuovo materiale crudo, senza contare la potente disintossicazione che ciò porta a galla…
Il nuovo concetto di “Crudismo Intelligente”
Dopo diversi anni di esperienza con una nutrizione vegana e crudista abbiamo coniato questo nuovo termine:
“Crudismo Intelligente”. Abbiamo notato, infatti, che il miglior modo di avere successo con una dieta vegana crudista è quello di approcciarsi gradualmente.

Il concetto più importante da tenere bene a mente è che passando ad uno stile di vita veramente naturale quale il crudismo, stiamo facendo compiere al nostro corpo una vera e propria metamorfosi, in cui il sistema immunitario dovrà piano piano ripulire ogni organo dai pesanti residui della vecchia alimentazione sostenuta per anni.
I 6 errori da evitare
Ci sono alcuni errori sicuramente da evitare nel fare questo percorso virtuoso e conoscerli ti renderà sicuramente la strada più facile, evitando di perdere tempo:
- L’errore più comune è quello proprio di avere un eccessivo entusiasmo e inserire dall’oggi al domani enormi quantità di frutta e verdura cruda della dieta… Questo rischia di creareprocessi fermentativi, dovuti non alla frutta e verdura in sé, ma dai vecchi residui che entrano in contatto con le fibre vegetali;
- Un altro errore comune è quello di pensare che crudo = salutare… niente di più lontano dalla verità; è imperativo evitare di consumare una eccessiva quantità di grassi quali semi, noci, avocado, noci di cocco; questi alimenti vanno inclusi, ma bisogna dare priorità a frutta e verdura;
- Non rispettare le giuste associazioni di cibi può rivelarsi un errore sgradevole; la frutta và necessariamente consumata da sola e il modo migliore di digerire e assorbire i nutrienti è quello di seguire un regime dissociato, quindi stare attenti a non mischiare proteine e carboidrati;
- Confrontare la quantità di energia del cibo crudo usando le calorie come unità di misura può rivelarsi ingannevole: spesso i cibi cotti industriali ritenuti più ricchi di energia e nutrienti ( come la pasta bianca), sono in realtà cibi morti, mentre nutrirsi di una quantità inferiore di cibi vivi e naturali può apportare una quantità e qualità di energia effettiva decisamente superiore;
- Spaventarsi di eventuali effetti disintossicanti quali eccessiva magrezza iniziale, pesantezza, mal di testa. Molto spesso, come già sottolineato nell’articolo, il regime crudista “scioglie” i depositi di muco e tossine accumulate o di minerali inorganici depositati, e questo può portare a degli sgradevoli effetti disintossicanti…
- Anche se ultimo, l’errore più fatale si rivela spesso quello della eccessiva rigidità mentale: disintossicarsi dalla dipendenza dal cibo cotto è difficile e può esserci una richiesta del nostro organismo di fare un passo indietro e rallentare il processo di cambiamento. Importante assecondare e ascoltare la saggezza del nostro corpo, cercando di trattarlo con saggezza e aiutandolo a trovare il suo giusto equilibrio, che può variare da persona a persona.
Insalata russa con maionese veg

120 g di carote
120 g di pisellini fini
250 g di patate
4 cetriolini sottaceto
un cucchiaio di aceto di mele
circa 400 g di maionese
Tagliate a quadrettini molto piccoli le carote e le patate e bollitele separatamente in poca acqua leggermente salata (attenzione alle carote che tendono a restare dure e alle patate che invece tendono a sfaldarsi, è molto importante una cottura al dente ma al punto giusto). Sbollentate per pochi minuti i pisellini. Mescolate insieme le verdure, aggiungete i cetriolini a pezzetti piccoli e fate raffreddare bene il tutto.
Condite con l’aceto e la maionese. Per un gusto più deciso si possono aggiungere a piacere sottaceti, capperi e olive ma viene buonissima anche senza.
Lasciate riposare in frigo almeno un paio d’ore, meglio se tutta la notte. Servite aiutandovi con un coppapasta o, se volete fare un figurone, in bicchierini o coppette individuali (la polverina rossa che vedete nella foto a fianco è paprika dolce, giusto per dare un tocco di colore).

Lasciate riposare in frigo almeno un paio d’ore, meglio se tutta la notte. Servite aiutandovi con un coppapasta o, se volete fare un figurone, in bicchierini o coppette individuali (la polverina rossa che vedete nella foto a fianco è paprika dolce, giusto per dare un tocco di colore).

200 ml di latte di soia
200 ml di olio di semi di girasole
50 ml di olio EVO
un cucchiaio di succo di limone
un cucchiaino di aceto di mele
un cucchiaino di senape
un pizzico di curcuma per colorare
un pizzico di sale
Versate il latte in un frullatore oppure, se usate il minipimer, in un contenitore stretto. Aggiungete il limone, l’aceto, la senape e la curcuma e iniziate a frullare versando l’olio a filo fino a quando non si addensa. Se non si dovesse addensare aggiungete ancora un po’ d’olio sempre frullando fino a quando la consistenza diventa cremosa. Assaggiate e aggiustate di sale e di aceto e/o limone in base ai gusti. Tenete in frigorifero per fare addensare ulteriormente.
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